Avete presente quei bei momenti distesi durante l’anno dove gli impegni sono gestibili e potete organizzarvi in tutta comodità?
Ecco, noi no…
Io sono Gillone e di tanto in tanto vi porterò a contatto con la realtà della vita quotidiana nella nostra associazione. Pensate a me come al vostro Diego Armando Maradona, però senza piede sinistro.
Nell’ultimo periodo, spinti da tutte le buone intenzioni di questo mondo, stiamo partecipando a qualsiasi categoria o torneo. Scelta fatta col cuore in modo che tutti, dai più esperti a quelli che stanno muovendo i primi passi con noi, possano conoscere a capire realmente cosa vuol dire essere parte di un gruppo sportivo.
Appuntamenti, gare, coincidenze, match day, allenamenti, comunicazioni e spostamenti, sono solo una parte di quello che ci troviamo a gestire dalla prima giornata di una stagione sportiva fino all’ultima. A questo dobbiamo unire vita lavorativa e personale. Eppure ci sono dei momenti dove effettivamente sormontano le difficoltà, come nella vita in generale d’altronde.
Ad oggi ci districhiamo tra critiche e polemiche sulle scelte tecniche degli addetti ai lavori da parte di chi non è addetto ai lavori. Volendo analizzare questa situazione in maniera distaccata mi viene in mente l’anziano in pensione che sta fuori ai cantieri a dire agli operai cosa fare e cosa no, senza minimamente tenere conto che tempi, tecniche e competenze sono totalmente cambiati negli anni. E sto parlando di un anziano che in passato ha fatto il costruttore. Immaginate la scena con un anziano che faceva il ragioniere (mi perdonino i ragionieri, mi serviva solo l’esempio), cioè conoscenza della materia pari a zero, però comunque ti fa appunti, critiche e cazziate.
Ma non sarebbe più utile se l’anziano, avendo del tempo da passare perchè amante dei cantieri, si metta a fare qualcosa di realmente utile? Portare un bicchiere d’acqua a chi è affaticato e sudato per esempio, l’ho sempre trovato un gesto di una nobiltà senza pari. E se non vuole fare il gesto utile, pazienza. Mi accontento\ci accontentiamo anche solo della compagnia di una persona che ci osserva, che ci faccia compagnia. Ma che almeno ci lasci lavorare tranquilli.
Ma questo è solo un esempio.
Sono le 12.17 di lunedì mattina, dopo questo editoriale tornerò a lavoro, e mentre lavoro risponderò a tutti quelli che sui millemila gruppi della nostra associazione scrivono, chiedono, commentano. Senza preoccuparsi di controllare se poco più su ho scritto già tutti gli impegni, dato tutti gli orari. Senza preoccuparsi che i soli a fare le spese di scelte avventate siamo sempre noi. (mi sto prendendo il merito di una cosa che fa già Antonio, d’altronde qualcuno la deve fare questa “fatica”).
Perchè è questo che abbiamo scelto di fare.
Aldilà delle critiche.
Aldilà delle opinioni non richieste.
Aldilà del commento tecnico da chi viene da sport o attività diverse.
Noi siamo così.
E se per caso questa mia\nostra lettura dovesse essere errata, vorremmo saperlo. Di questo possiamo parlare volentieri. Il confronto è alla base dell’attività che facciamo, ci serve per capire dove sbagliamo e dove dobbiamo migliorare. Ma sono certo che questo lo sapete già.
Nota a margine.
Non so se lo sapete, ma i ragazzi e le ragazze sono autonomi\e. Con loro parliamo di tutto quello che riguarda la vita associativa, oltre a comunicare orari, date, appuntamenti, spostamenti e via discorrendo (e se non dovesse bastare, le comunicazioni vengono messe sui vari gruppi WhatsApp). E se non sono ancora autonomi, state sicuri che imparano dall’errore, purchè gli permettiamo di commetterlo. Prevenire un errore non li aiuterà a crescere, se non gli permettiamo di sbagliare non gli permettiamo nemmeno di porre rimedio. (un atleta che salta un appuntamento perchè troppo distratto durante una comunicazione in palestra non ribalterà mai la situazione dandomi la colpa, piuttosto starà attento la prossima, lo metto scritto qua tipo mantra)